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Decisamente insolito parlare di Coco Chanel in un foodblog, specialmente se si pensa che una delle sue frasi suona così : "Nella vita non si è mai né troppo magri né troppo ricchi"... e questo mi consola perchè forse anche lei è stata un po' a dieta... con risultati migliori dei miei ;-)
Coco Chanel è uno dei miei miti,non solo per un aspetto legato alla moda ma al simbolo di eleganza e gusto che rappresentava oltre ad essere stata una donna molto emancipa ed icona della rivoluzione del costume dettata dalla storia.
Nasce, professionalmente, nel bel mezzo della Belle Epoque e artisticamente nell'Art Noveau periodo caratterizzato dal bello a tutti i costi, dell'esagerazione in ogni campo, il bello a tutti i costi in nome del piacere compreso quello gastronomico caratterizzato da banchetti faraonici e cascate di champagne.
Questo era quello che appariva agli occhi dei ranghi benestanti, quasi a voler nascondere il vero disagio che si stava facendo largo nella società dell'epoca e che veniva professato dai letterati e dal mondo della cultura e che ben presto sarebbe sfociato nella prima guerra mondiale.Anche i letterati e le persone di cultura dell'epoca non badavano a ristrettezza, invece che i tavoli sfarzosi si ritrovavano nei caffè letterari dove oltre al cibo ed alla caffetteria scorreva l'assenzio... il simbolo di perdizione per i dannati dell'anima.
Ma cera anche una terza corrente che si faceva strada quella formata dalle persone che sentivono il bisogno e la necessità di soluzioni pratiche per poter uscire da quella fase di inquietudine.
Ecco che Chanel, molto dotata di senso pratico che nella sua vita le ha permesso di sopravvivere, comprende che anche la moda doveva seguire le evoluzioni culturali e storiche. Con l'inizio della prima guerra mondiale le donne che freguentavano i salotti erano chiamate a svolgere quelle attività che prima erano destinate ai mariti che erano al fronte, da qui l'esigenza di accorciare le gonne, alleggerirle da tutta quella crinolina che le rendeva gonfie a beneficio di un movimento rapido e preciso. L'utlizzo di stoffe alternative come il jersi (per Chanel fu un colpo di fortuna comprare un magazzino pieno di questo tessuto sconosciuto in pieno conflitto) l'utilizzo dei pantaloni da parte delle donne fu l'apice della sua emancipazione... il tutto senza perdere di vista l'eleganza, lo stile e la femminilità.
In campo gastronomico culinario ci fu un connubio vincente tra lo Chef Auguste Escoffier ed il sig. Riz, insieme creanoro quello che con il tempo sarebbe diventato il menu internazionale... cioè crearono menu riproducibili in qualsiasi cucina di hotel in qualsiasi parte del mondo.
Ecco dopo tutto sto malloppo vi lascio con la ricetta delle cipolle all'Escoffier, semplice e gustosa, è stata anche ultima rielaborazione di Ferran Adria prima chiudere El Bulli.
- 1Kg di cipolle bianche
- 100gr. di zucchero
- 2,5dl di vino bianco secco
- 1,5dl di aceto bianco
- 200gr di uvetta
- 20gr di pepe bianco in grani
- 4 chiodi di garofano
- 80gr di concentrato di pomodoro
- olio extravergine d'oliva
- sale qb
Far carammellare lo zucchero in poca acqua, aggiungete il vino bianco e l'aceto e lasciate e vaporare per qualche minuto.
Aggiungete l'uvetta, pepe, chiodi di garofano, irrorate con l'olio e aggiustate di sale; lasciate cuocere a fuoco lento per 1 ora, rimestando di tanto in tanto.
Poco prima di spemgere, aggiungete il concentrato di pomodoro e portate a ebollizione per 2 minuti
Abbinamento stilistico doveroso con un tubino nero ed un filo di perle ;-)
Abbinamento enologico Est!Est!Est!
P.S.: non ho usato usato il pomodoro per motivi vari ma il risultato è stato ugualmente ottimo... anche se la prossima volta proverò a fare questo piatto utilizzando meno uva passa
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