22 giugno 2012

PASTA

Il prossimo fine settimana in quel di Gragnano si svolgerà l’evento organizzato dalla Gazzetta Gastronomica (GG) ‘a Pasta, durante il quale non si potrà solo degustarla ma anche conoscerla nel suo profondo.
Per restare un minimo in linea volevo parlare di una pasta che per me è tra le migliori, da qualcuno è stata definita la migliore al mondo, di sicuro ha la sua personalità.

Il pastificio Benedetto Cavalieri è un antico pastificio, ormai si va per i 100 anni di attività, pugliese, di lecce per la precisione, e trafilano pasta da generazioni mantenendo costante la qualità ed il metodo.
Questo pastificio utilizza grani duri rigorosamente bio e pugliesi, utilizzando la come metodo di lavorazione quello “delicato” che si basa su una prolungata impastatura a freddo, una lenta pressature e trafilatura ed un’essiccazione lenta. In questo modo si ottiene una pasta particolarmente ruvida con tutti i suoi principi nutritivi del grano duro preservati.
Personalmente l’ho assaggiata lo scorso anno perché trovata a Taste 2011, quest’anno alla stessa manifestazione mi sono fermata a parlare con loro, un gran pastificio a mio avviso, per i molti poco conosciuto come nome sicuramente più conosciuto per il suo formato più famoso che sono le ruote pazze, non hanno sito internet ma è una pasta utilizzata da molti chef come Marco Stabile patron dell’ora d’aria, Vito Mollica del Palagio 4 Season di Firenze… fino ad arrivare da Alajmo.


Ho già detto che questo anno mi sono fermata da loro a Taste e mi hanno omaggiato della nuova linea integrale, che mantiene tutte le caratteristiche sopra riportate, viene prodotta in pochi formati ma non delude assolutamente. Sempre nella stessa occasione Andrea Cavalieri mi ha raccontato l’aneddoto della ritrovata trafila per i Dischi Volanti. Suo nonno ideò questa trafila dopo la diffusione della notizia dei primi avvistamenti dando così vita ad un nuovo formato rispolverato casualmente da poco.


Al tatto è una pasta ruvida, densa, pesante che da il suo meglio quando viene finita di cuocere nel condimento che a quel punto avvolge la pasta impregnandola nell’anima pur mantenendo quel quid di croccantezza. Personalmente ho optato per la cosa più classica e difficile in cucina: al pomodoro… anche se una pasta del genere a mio avviso è splendida anche con un filo d’olio buono e via…

Post in progres...

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