20 agosto 2013

GELATERIA BENEDETTI #GELATOALLAPASTA #SUMMER2013






"Adoro i gelati: crema gelida satura di latte, grasso, aromi artificiali, pezzi di frutta, chicchi di caffè, rum; gelati italiani di consistenza vellutata che formano monumentali scale di vaniglia, fragola o cioccolato; coppe gelato che crollano sotto il peso della panna, della pesca, delle mandorle e di ogni altra sorta di sciroppo; semplici stecchi dal rivestimento croccante, delicati e tenaci insieme, che si gustano per strada tra un appuntamento e l'altro, o le sere d'estate, davanti alla televisione, quando siamo sicuri che solo così avremo un po' meno caldo, un po' meno sete..."
(Estasi culinarie Muriel Barbery)

Ci sono incontri casuali... che casualmente ti coinvolgono in un qualcosa di inaspettato e ti fanno vedere le cose da un altro punto di vista, come da un altro punto di vista è da contemplare il nuovo gelato di Enrico Benedetti. Non che il campione di gelato gastronomico 2009 ne avesse bisogno di cose particolari, dato che la sua esperienza in cucina si ritrova a pieno nei suoi gelati.
Qualche gusto fuori dal consueto? Erborinato con miele d'edera, crema allo zafferano "Sig.Croco e Smilace" con miele medioevale, LADY G caramello salato con sale allo zafferano... yogurt fragoline e aceto balsamico. Questi i gusti fino ad adesso particolari con accanto i classici gusti di gelato.


E così con un personaggio del genere che si incontra con Eleonora Satta euforica, entusiasta, energica e vitale ragazza che cucina ma prima di tutto coltiva Senatore Cappelli nasce l'idea del gelato alla pasta... sfida non facile, insidia dell'amido... ma poi pasta con cosa? Mi ricordo di essere stata li tra di loro durante le prime battute, ogni uno di noi portava un suo pezzetto, Enrico ascoltava, immagazzinava... e dopo settimane di elaborazione su come riuscire ad affrontare il problema amido, che non è indifferente dato che tende a compattare, realizza questo gusto!, piatto! unico nel suo genere se vogliamo.


Le basi di cucina, un'affermazione di Heinz Beck che casualmente accostò un cappero ad un caffè ritrovandosi in bocca un sentore di nocciola... l'elaborazione di Alajmo che ne ricavò un riso... ed in fine un gelatiere che ne ricava un nuovo gusto completo. Niente può esprimere la sensazione di sentire in bocca la pastosità della pasta che con la cottura a bassa temperatura costante mantiene le sue caratteristiche ma rilascia tutta la sua carica di amido che poi viene aggiunta in seguito... il giusto bilanciamento tra cappero e caffè fa perdere la punta zuccherina del gelato rilasciando in bocca un sapore morbido... di nocciola ma molto giovane.


Per comprendere questo modo di fare gelato si deve provarlo, le materie prime partono dal biodinamico del latte... transitando per il territorio approdando alla trasformazione di un qualcosa di complesso come può essere l'unione di più gusti per ottenere un unica sensazione.  Personalmente trovo questo modo di concepire il gelato molto innovativo che sviluppandolo a modo permetterebbe a molte persone che non mangiano gelato perché troppo dolce piuttosto che altro, di potersi avvicinare a questa arte in modo diverso.

Enrico una bella scoperta...

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