Con questo titolo Sabino Berardino ha lanciato su fb l'invito a questo evento senza svelare, inizialmente chi fosse il pizzaiolo, in seguito tutto ha iniziato a prendere forma ed è diventato l'evento PIZZA di Firenze.
Franco Pepe è stoto il grande ospite di questa giornata, non da solo ma con la sua brigata di cui fa parte anche il suo fido Nicola Perillo, spostatasi in massa da Caiazzo dove ha sede il suo nuovo PEPE IN GRANI.
Pepe in Grani è l'evoluzione di Franco Pepe, una discendenza di mugnai panificatori con il nonno, trasformatasi in pizzaioli con il padre, poi con i fratelli ed adesso è diventato un percorso di ricerca personale con il fine di migliorare e di amplificare quell'effetto di sdoganamento che la pizza sta avendo in questi ultimi anni.
Questi i rappresentanti dei prodotti che erano ospitati su una pasta che solo chi proviene da quelle zone conosce, per noi fiorentini un miraggio tra le mille bettole locali. Personalemnte era la seconda volta che assaggiavo questa pasta, la prina qui fatta da Ciro Salvo nelle versione must della pizza e che ancora ho nel cuore... Con Pepe onestamente mi sembrava che la pasta servisse da punto di giunsione tra i vari sapori che sembravano dissonanti ma che poi ritrovavano ad essere abbracciati dall'impasto.
Tutti gli abbinamenti della pizza parlavano della suia terra, non della Cmapania in generale ma di Caiazzo e poco più la a partire dalle olive fino ad arrivare la sugna di nero casertano.
"Pizza fritta"... con dentro della ricottina tenerissima nonostante la cottura, nessun sentore di olio fritto, la pasta era soffice, alveolata, tesa.
"Calzone con la scarola" ripeino di scarola riccia a crudo, alici di Cerata. olio e olive caiazzane e capperi... la scarola era rimasta bella croccante e contrastava piacevolente con la morbidezza della pasta che con meraviglia non si era bagnata minimamente, le alici davano il loro punto di sapidità e le olive rilasciavano il loro amaro che compensava il dolce della scarola... una bella sensazione di fresco.
"Nero casertano" con pomodoro , fiordilatte, scamorza affumicata e salame di maiale nero casertano... una pizza "maschia" con un sapido al limite... ma poi in itinere ti accorgi che il dolce del pomodoro addolcisce anche la parte più maschia del nero casertano.
"Sole nel piatto" mozzarella di bufala campana, alici di Cerata, pomodorini del piennolo, olio e olive Caiazzane e origano del Matese... c'è qualcosa da aggiungere!!! solo il nome dice tutto.
"Pinsa conciata del '500"o "Mastunicola" un disco di pasta soffice condito con un velo di Sugna di maiale Nero Casertano, basilico, pepe, origano del Matese, conciato Romano presidio Slow Food e confettura di fichi bianchi del Cilento... non nego che quel fico mi aveva fatto storcere la bocca... ma quando ho sentito il suo sapore abbinato al basilico mi sono dovuta più che ricredere.
Vorrei sottolineare che contrariamente a molte dicerie e luoghi comuni la pizza napoletana è una pizza molto digeribile, certo deve seguire i dettami della Vera Pizza Napoletana, altrimenti diventa una pessima imitazione di se stessa... ed in giro ci sono diversi falsari. Tutte le pizze sopra elencate sono state tutte mangiate in "degustazione" abbinate a dei vini e champagne di tutto rispetto, grazie anche a molti esponenti AIS delegazione Firenze che erano seduti al mio tavolo.
Tante le persone che sono venute a rendere omaggio a Pepe, per me la scoperta di una persona semplice e molto umile che ha negli occhi l'entusiasmo di un bambino che deve scoprire ancora il mondo. Ancora grazie Franco Pepe e tutta la tua brigata.
Vorrei ringraziare le persone che mi hanno accompagnato Stefania Storai e Leo Chef.
Per chiudere il mio "clean dish" non poteva mancare ;-)
Food in Progress...
Brava Ilaria, bel post :)
RispondiEliminaGunga Dunga grazie!!!
RispondiEliminapiù che altro piacere ti ospitarti ;-)