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26 gennaio 2013

LA MIGLIOR PIZZA D'ITALIA (solo per un giorno) A FIRENZE




Con questo titolo Sabino Berardino ha lanciato su fb l'invito a questo evento senza svelare, inizialmente chi fosse il pizzaiolo, in seguito tutto ha iniziato a prendere forma ed è diventato l'evento PIZZA di Firenze.
Franco Pepe è stoto il grande ospite di questa giornata, non da solo ma con la sua brigata di cui fa parte anche il suo fido Nicola Perillo, spostatasi in massa da Caiazzo dove ha sede il suo nuovo PEPE IN GRANI.
Pepe in Grani è l'evoluzione di Franco Pepe, una discendenza di mugnai panificatori con il nonno, trasformatasi in pizzaioli con il padre, poi con i fratelli ed adesso è diventato un percorso di ricerca personale con il fine di migliorare e di amplificare quell'effetto di sdoganamento che la pizza sta avendo in questi ultimi anni.





Tantissime persone hanno partecipato all'evento, e molte di più ne sono rimaste fuori, personalmente posso vantarmi di essere stata la prima a prenotare ;-) al ristorante "Malafemmina", Franco non era solo o meglio dire non era sola la sua pizza un grande DOP l'accompagnava quello della Mozzarella di Bufala rappresentata stupendamente da Mimmo del Caseificio il Casolare e le sue creature e da Manuel Lombardi dell'azienda "Le Campestre" con il presidio slow food del conciato romano, Manuel non è soltanto un produttore è prorpio un conservatore dell'antica storia di questo formaggio e dei modi di trattarlo a partire dalle anfore per terminare con il bastone per prendere il formaggio.



Questi i rappresentanti dei prodotti che erano ospitati su una pasta che solo chi proviene da quelle zone conosce, per noi fiorentini un miraggio tra le mille bettole locali. Personalemnte era la seconda volta che assaggiavo questa pasta, la prina qui fatta da Ciro Salvo nelle versione must della pizza e che ancora ho nel cuore... Con Pepe onestamente mi sembrava che la pasta servisse da punto di giunsione tra i vari sapori che sembravano dissonanti ma che poi ritrovavano ad essere abbracciati dall'impasto.
Tutti gli abbinamenti della pizza parlavano della suia terra, non della Cmapania in generale ma di Caiazzo e poco più la a partire dalle olive fino ad arrivare la sugna di nero casertano.


"Pizza fritta"... con dentro della ricottina tenerissima nonostante la cottura, nessun sentore di olio fritto, la pasta era soffice, alveolata, tesa.
"Calzone con la scarola" ripeino di scarola riccia a crudo, alici di Cerata. olio e olive caiazzane e capperi... la scarola era rimasta bella croccante e contrastava piacevolente con la morbidezza della pasta che con meraviglia non si era bagnata minimamente, le alici davano il loro punto di sapidità e le olive rilasciavano il loro amaro che compensava il dolce della scarola... una bella sensazione di fresco.
"Nero casertano" con pomodoro , fiordilatte, scamorza affumicata e salame di maiale nero casertano... una pizza "maschia" con un sapido al limite... ma poi in itinere ti accorgi che il dolce del pomodoro addolcisce anche la parte più maschia del nero casertano.
"Sole nel piatto" mozzarella di bufala campana, alici di Cerata, pomodorini del piennolo, olio e olive Caiazzane e origano del Matese... c'è qualcosa da aggiungere!!! solo il nome dice tutto.
"Pinsa conciata del '500"o "Mastunicola" un disco di pasta soffice condito con un velo di Sugna di maiale Nero Casertano, basilico, pepe, origano del Matese, conciato Romano presidio Slow Food e confettura di fichi bianchi del Cilento... non nego che quel fico mi aveva fatto storcere la bocca... ma quando ho sentito il suo sapore abbinato al basilico mi sono dovuta più che ricredere.
 
Vorrei sottolineare che contrariamente a molte dicerie e luoghi comuni la pizza napoletana è una pizza molto digeribile, certo deve seguire i dettami della Vera Pizza Napoletana, altrimenti diventa una pessima imitazione di se stessa... ed in giro ci sono diversi falsari. Tutte le pizze sopra elencate sono state tutte mangiate in "degustazione" abbinate a dei vini e champagne di tutto rispetto, grazie anche a molti esponenti AIS delegazione Firenze che erano seduti al mio tavolo.

 
Tante le persone che sono venute a rendere omaggio a Pepe, per me la scoperta di una persona semplice e molto umile che ha negli occhi l'entusiasmo di un bambino che deve scoprire ancora il mondo. Ancora grazie Franco Pepe e tutta la tua brigata.

 


Vorrei ringraziare le persone che mi hanno accompagnato Stefania Storai e Leo Chef.
Per chiudere il mio "clean dish" non poteva mancare ;-)


 Food in Progress...


18 giugno 2012

MELIZZANO 2012


Ci sono posti di cui non si sente mai parlare, non poco lontano da posti, che al contrario, sono tristemente famosi per i soliti motivi che l'informazione di tutti i giorni ci comunica. Ma informare non è mai troppo obbiettivo e questo, da non obbiettiva, l'ho imparato.
Questa caotica ma doverosa intro per raccontare di posti dei quali ho letto molto spesso, seguendo un iniziale sconosciuto, il quale tenendo fede al suo cognome ed al suo splendido "a plomb" borghese partenopeo, mi ha permesso di conoscere degli aspetti di Napoli e della Campania in generale che sono degni di nota.
Un territorio con tante sfaccettature, con molta storia e molta cultura gastronomica, fatta di grandi materie prime lavorate con passione da mani comandate da teste molto attive di persone affermate ed emergenti accumunati senza distinzione dalla passione.
Questo il concetto con il quale sono partita sabato mattina per Melizzano, senza sapere molto di più ma con la certezza di una forte esperienza dalla quale ne sarei sicuramente uscita con un bagaglio molto pesante.
Non mi piace fare la tabella di marcia, però devo dire che è stato un "crescendo stabile", crescendo nelle emozioni stabile perchè tutto era di livello.
Maurizio Cortese aveva predisposto il punto di ritrovo presso il Krèsios di Giuseppe Iannotti chef e patron del locale che si trova lungo la strada per Telese dove per sfondo abbiamo le montagne del Taburno colme di sfumature di verde che arrivava fino ai nostri occhi con il tenue verde dei pampani delle viti che facevano capolino in fondo al piazzale, oltre quegli archi di pietra dove eravamo seduti a scambiare parole iniziali che come tutti gli incontri servono per rompere il ghiaccio.
Nonostante non conoscessi nessuno direttamente, perchè per fama e nome grazie all'immenso mondo di internet ne conoscevo diversi ;-), sono riuscita ad aggregarmi in un clima meraviglioso.


Tre erano le tappe di cui la prima sopra, la seconda al B&B Aldi dove l'aspetto del B&B viene per ultimo, decisamente sovrastato dalla passione e dalla cultura gastronomica locale di CarloAlberto e di suo padre messa nei piatti in modo sublime dalle mani di sua madre. Un attività recuperata dai ruderi post terremoto, fatta crescere con semplicità seguendo solo quello che quel terriotrio ti può offrire, ed ecco che la parola più ricorrente in una conversazione è stata autoctona, seguita da recupero conclusa con "lo facciamo noi".
Una particolarità di questo posto è la sua cantina, recuperata, attraverso tanti secchi di terra trasportati a mano per quelle scale "impervie" che hanno riportato alla luce le vecchie cisterne di raccolta di acqua  piovana... vi posso garantire che questa mattina alle 4.30 mentre sto scrivendo le sto rimpiangendo ;-)



In questa cantina abbiamo assaggiato dei prodotti non strettamente locali ma certamente frutto di ricerca da parte di CarloAlberto il quale ha selezionato i prodotti ed i produttori che vuole al suo fianco.


Terza tappa il Relais & Taste "Resort La Pampa" posto incantevole, completamente avvolto in un verde ordinato dove anche un semplice orto diventa un'opera d'arte tanto è preciso e curato.
Entrando dal cancello principale e percorrendo la strada in pietra chiara ti dimentichi completamente di quelle case, che io, definisco tipiche meridionali, iniziate ma mai finite.
Ad attenderci un bellissimo prato sotto il rialzo della piscina attrezzato con ombrelloni, poltrone, divani e tavolini corredati dell'accortezza di un fiore.

Ai due estremi erano collocati i due tavoli che da li a brevissimo avrebbero ospitato gli antipodi della zona. Da un lato uno splendido forno di Stefano Ferrara e Ciro Salvo intento a preprare il suo tavolo di lavoro senza negarsi ai nostri inisitenti obbiettivi con una gentilezza delicata. Quello che ha sfornato è qualcosa di difficilmente descrivibile, per me la prima pizza napoletana un'esperienza unica di perfetta semplicità impasto leggerissimo, condimenti base senza tante “papocchie” che distraggono dalla vera essenza del prodotto esaltata dall'origano selvatico di Luciano di Meo.




All'altro tavolo le creazioni di Giuseppe Iannotti elaborazioni di alta materia prima che nonostante le consistenze e gli abbinamenti non perdevano il loro senso di territorialità. Abbiamo iniziato con finger-food idilliaci per concludere personalmente con una pasta e fagioli al nero di seppia con cozze e limone che ha completamente capovolto la mia percezione di "pasta e fagioli", si perchè quando ti viene illustrato il piatto la tua mente si ricorda, almeno nel mio caso, della pasta e fagioli di mamma... che visti i 34° ne avresti fatto anche a meno!!! Invece no quel finale di freschezza dato dal limone ti poteva far dire che era proprio quello che ci voleva.



Di tutto questo e di molto altro potremmo parlare ma resterebbe completamente sterile se non aggiungessimo che il tutto era consumato allegramente intorno ad un tavolino dove la compagnia ed il parlare di cibo è stato fatto con una tale naturalezza, nonostante la competenza pluriennale di certi personaggi (vero Direttore!!!), il poter conoscere persone nuove e riuscire ad instaurare sane chiacchiere.
Abbiamo fatto chiusura in pochi intimi accompagnati da un gradevolissimo venticello che sembrava arrivare a segnalarci la fine dell'evento ma non del percorso e delle mozzarelle freschissime portate a destinazione direttamente dal proprietario del caseificio "Il Casolare" irrorare dal nuovo must estivo: nocillo, lime, zucchero di canna e chinotto.

Vorrei concludere ricordando la cena (si perchè abbiamo trovato il coraggio di mangiare!!!) al ns. B&B con Giulia Marrucelli, Alessandro e Chef Leo, tutti prodotti locali, una goduria per gli occhi (il colore), il palato e la mente... si perchè CarloAlberto e suo padre sono stati con noi ad illustrarci prodotti autoctoni, racupero di piante quasi perse e orgoglio sannita...tutto annaffiato da due bottiglie di loro vino rosso indimenticabile.

Essendo sempre in progress vorrei progredire... Indubbiamente su quella strada intrapresa in questo we... Mi sono sentita molto più a mio agio con veri esperti che con le comari da scambio ricetta... Parola d'ordine passione.

Vorrei ringraziare le mie bambine e mio marito che mi ha permesso di partecipare facendo il mammo per due giorni ;-)
Ben venuti ai nuovi amici Giulia, Sandro, Leo chef e Carmine.

Post in progres

Grazie Maurizio...
Prima foto: GG